Il Linfodrenaggio | |||
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Il Linfodrenaggio manuale, praticato mediante un’idonea pressione sui tessuti, consente di ottenere un drenaggio ottimale dei liquidi esercitando il cosiddetto effetto-pompa. Le varie prese permettono di drenare la maggior quantità di liquidi possibile e di direzionarli verso i linfonodi (o stazioni linfatiche) e successivamente eliminarli, attraverso il circolo venoso e quindi i reni. Trattare il sistema vasale linfatico, non è un metodo semplice, poiché i vasi linfatici sono sottili come fili di seta e i capillarilinfatici sono ancora più fini e delicati di questi. I classici massaggi non hanno alcun effetto drenante. Il drenaggio linfatico è collegato alle mani, nessuno strumento può sostituire mani allenate. |
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Quando eseguiti con sensibilità dai polpastrelli (leggeri come zampe di gatto), si può raggiungere un rilassamento tranquillizzante, cosicchè la linfa fluisce oltre. Nuovo ossigeno e materiali utili penetrano nel tessuto interstiziale per il nutrimento e la rigenerazione delle cellule. I movimenti circolari e a spirale drenanti sono movimenti rivitalizzanti, come tutte le vibrazioni a spirale della natura. Il movimento cerchiante delle mani con rotazione interna e rotazione esterna, con, inoltre, effetto di pressione in aumento od in diminuzione nel tessuto (crescendo - decrescendo) è simile a quello del cuore con sistole e diastole |
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Il Linfrodenaggio manuale ha un effetto simpaticolitico e inibisce i recettori che trasmettono il dolore attraverso specifiche vie nervose.
E’ indicato nelle seguenti patologie: linfedemi primari e secondari, lipedemi, edemi traumatici (fratture, contusioni, distorsioni), edemi da inattività, ulcus crucis, sindrome di Sudeck, colpo di frusta, emicrania; sinusite mascellare
e frontale; tinnito, sindrome di Meniere. |